Butera, assegnatari case popolari sospendono l'occupazione del Comune

Butera. Circa la delicata vicenda delle case popolari, la novità più importante è che ieri è stata sospesa l'occupazione della sala consiliare. Le polemiche politiche, tuttavia, continuano a tenere banco, anche perché il consiglio comunale in seduta straordinaria, del quale s'era parlato l'altro ieri con una certa insistenza e per la cui convocazione era stata ipotizzata la data odierna, alla fine non si svolgerà.
Le famiglie che avevano occupato l'aula consiliare, ieri si sono convinte ad interrompere la protesta per la mancata assegnazione di alloggi popolari di cui sono assegnatari ma che non possono abitare per mancanza del necessario certificato di abitabilità ed hanno lasciato libera l'aula. Una sospensione della protesta che è stata interpretata in termini diversi da amministrazione comunale e opposizione.
L'amministrazione, per bocca del sindaco e dell'assessore Silvio Scichilone, ha sottolineato: «L'occupazione è finita perché gli occupanti si sono resi conto che la nostra amministrazione è vicina a queste famiglie sta facendo il possibile per risolvere il problema; entro la prossima settimana la situazione dovrebbe sbloccarsi; c'è la lettera che autorizza l'utilizzo delle somme a disposizione del comune, 93 mila euro; questa lettera aspetta solo di essere firmata, dopo di che, una volta completato l'iter, sarà possibile sbloccare la situazione e bandire la gara».
La pensa tuttavia diversamente la minoranza consiliare dell'Udc. «Prendiamo atto di questo impegno da parte dell'amministrazione comunale - ha dichiarato Gaetano Carluzzo - anche se, ad onor del vero, appare inopportuno impegnarsi per qualcosa che dipende dalla Regione e non dall'amministrazione comunale; loro hanno una verità, noi invece ne abbiamo un'altra: ci risulta infatti che l'istruttoria della pratica deve essere ancora completata e che il provvedimento non può essere firmato finchè il presidente della Regione non nomina il responsabile del procedimento. Ad ogni modo - ha ribadito Carluzzo - se non dovesse succedere quanto promesso agli occupanti, il nostro gruppo dell'Udc è disposto, assieme alle famiglie, a scendere in piazza e a chiedere le dimissioni del sindaco».
Nel frattempo, il consiglio comunale non si farà. «Non c'è più alcun bisogno di convocarlo, considerato che quanto prima il problema verrà comunque risolto», ha affermato l'assessore Scichilone. Secondo Carluzzo invece: «La verità è che, non convocando il consiglio, alla fine hanno fatto marcia indietro; semmai, mi chiedo: perché non convocano il consiglio? Forse perché sanno che abbiamo proposte serie e concrete per risolvere immediatamente il problema».