Tavolo di confronto urgente con le aziende per il rilancio dell'area industriale di Butera»

Butera. Nel maggio 1998 quando il governo Prodi firmò il primo contratto d'area di Gela, i riflettori si accesero subito sul gruppo Zappalà e la filiera agroalimentare che sarebbe sorta nella zona industriale di Butera. Si parlò di 600 posti di lavoro, di sviluppo e riscatto del territorio.
Secondo Alfonso Cirrone Cpolla capogruppo del Pd alla Provinia, «A distanza di 12 anni il contratto d'area si è rivelato un bluff, molte aziende sorte con l'aiuto dello Stato hanno già chiuso i battenti, altre sono finite sotto inchiesta ed hanno dovuto restituire i fondi, altre ancora non sono mai nate. Quelle sorte, come la Zappalà, non hanno mai assunto tutte quelle persone previste a regime nei progetti per i quali si sono chiesti gli aiuti statali, ma solo contratti stagionali.
Il segnale chiaro del fallimento di quell'esperienza di insediamento produttivo è la richiesta di mobilità per una ventina di dipendenti della Campi di Sicilia (Zappalà )-afferma Cirrone Cipolla- oltre ai 20 lavoratori dell'indotto della Zappalà, altre 32 unità rischiano di continuare a rimanere a casa. Sono le donne che lavoravano alla “B & C”, cioè la Bucalo Confezioni , la “holding internazionale” dell'abbigliamento che nel sito industriale buterese aveva avviato la produzione di vestiario. Tutto cio' è assurdo e richiede una mobilitazione generale dei Sindaci dei territori interessati, della Provincia a fianco dei lavoratori e del Sindacato che ha subito denunciato l'accaduto, non possiamo come si è fatto le altre volte subire in silenzio atti di arroganza e di disprezzo per il nostro territorio, questo e` l'ennesimo atto di scippo, se ci sono aziende che hanno problemi, piuttosto che alla chiusura si dovrebbe pensare a come rilanciarle».
Il capogruppo Pd ha già presentato una Interrogazione per sollecitare il presidente della Provincia on.Federico ad intervenire presso il Prefetto di Caltanissetta per raccogliere l'invito di questi giorni della Cgil proponendogli l'apertura di un tavolo di confronto con le istituzioni, i sindacati e le aziende per arrivare a soluzioni diverse da quelle fino ad oggi prospettate ai lavoratori.
«Gli investimenti totali dello Stato ammontarono per il contratto d'aria a 154.284,76 euro di cui spesi 101.046,61, tredici milioni di euro sono tornati indietro allo Stato perchè non spesi - conclude Cirrone - invito l'on.Federico ad avviare una forte azione politica coinvolgendo il Governatore Lombardo nel chiedere al Governo centrale di poterli utilizzare per finanziare nuove attività imprenditoriali, valorizzando, così facendo, le produzioni agricole del nostro territorio e offrendo lavoro stabile e occupazione in un momento di crisi e di disperazione, saremo come partito accanto a lui in questa importante battaglia rivendicativa».